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L’educazione che cura l’educazione che guarisce
15 luglio 2023
Per capire di cosa sto parlando dobbiamo partire da un assunto: ogni cosa che vive tende all’equilibrio, alla realizzazione del suo progetto, all’affermazione della vita.
Non potrebbe essere diversamente.
L’energia che pervade il nostro pianeta è il motore della creazione, e noi ne facciamo indissolubilmente parte. Le condizioni ambientali fanno parte delle variabili che entrano nel processo e possono essere a favore o in opposizione, favorire la vita o essere contrarie ad essa.
La salute, il benessere, la bellezza, la serenità, sono il riscontro della funzionalità, o quantomeno, la conferma che le condizioni di vita sono sopportabili e gestibili dal sistema e dal principio evolutivo e conservativo. Allo stesso modo la sofferenza e la malattia spesso, molto spesso, sono la risultante di un conflitto o di un’interferenza oltre le leggi di natura.
Al genere umano tocca il difficile compito di rendersene conto e di adoperarsi per fare in modo che le sue scelte, i suoi comportamenti e il suo essere energetico attraverso pensieri, emozioni e stati d’animo siano il più possibile coerenti, nel rispetto delle leggi e delle prerogative che lo riguardano.
Non ci vuole molto a rendersi conto che avremmo tutto l’interesse a conoscere queste leggi e che dovremmo avere riguardo di come mangiamo, di come pensiamo e dell’ambiente che ci circonda per appartenenza perché i suoi equilibri contribuiscono ai nostri stessi equilibri.
La presa di coscienza di questa indiscutibile e incontestabile verità, la responsabilità che ne consegue, sono la partita vera della “civiltà”.
L’educazione autentica dovrebbe permettere di sviluppare le potenzialità innate di ogni individuo, promuovendo il benessere, la consapevolezza e la comprensione delle leggi universali, diventando così il fondamento per una vera evoluzione verso una vita armoniosa e responsabile
Qui entra in gioco l’Educazione.
Non quella che siamo soliti intendere che passa dalla famiglia, dalla scuola e dalla cultura della società che ha l’unico scopo di farci adattare alle sue regole e hai suoi deliri, che hanno poco a che vedere con le leggi della realtà.
Quella la chiamo “educazione di sistema”, anche se sarebbe più corretto chiamarla condizionamento, indottrinamento, plagio della verità. Insomma, un’educazione funzionale al sistema, che non è molto dissimile da qualsiasi forma di ammaestramento. È interessante invece il significato originario, etimologico, della parola educazione: dal verbo educĕre (“tirar fuori” o meglio “tirar fuori ciò che sta dentro”) perché, in un colpo solo, ci riporta al tema di fondo di cui stiamo parlando.
L’educazione dovrebbe contribuire a far recuperare e conservare le naturali potenzialità di ognuno, le proprie capacità di guarigione, di conservazione dello stato vitale e del proprio aspetto estetico. Dovrebbe animare la volontà di cambiamento per riprendere il proprio cammino evolutivo per portare a maturazione la propria coscienza e, con essa, la visione della vita stessa.
L’educazione dovrebbe mostrare e raccontare la vita, essere l’asse portante dell’aiuto e dovrebbe favorire la crescita, l’affermazione di sé, della propria autenticità.
Dovrebbe contribuire alla conoscenza delle leggi, alla libertà, alla responsabilità.
Dovrebbe essere fondamento della cultura del vivere, diventando la “medicina” della risoluzione. Dovrebbe essere principio della terapia, della cura, dell’aiuto, ma potrei aggiungere della famiglia, della scuola, della cultura, della società nel suo insieme.
Allora avremmo fatto il passo evolutivo necessario verso la luce.
Corrado Ceschinelli
Psico-Sociologo, Life Coach, Formatore. Autore del libro “Codice Vitariano”
15 luglio 2023
Per capire di cosa sto parlando dobbiamo partire da un assunto: ogni cosa che vive tende all’equilibrio, alla realizzazione del suo progetto, all’affermazione della vita.
Non potrebbe essere diversamente.
L’energia che pervade il nostro pianeta è il motore della creazione, e noi ne facciamo indissolubilmente parte. Le condizioni ambientali fanno parte delle variabili che entrano nel processo e possono essere a favore o in opposizione, favorire la vita o essere contrarie ad essa.
La salute, il benessere, la bellezza, la serenità, sono il riscontro della funzionalità, o quantomeno, la conferma che le condizioni di vita sono sopportabili e gestibili dal sistema e dal principio evolutivo e conservativo. Allo stesso modo la sofferenza e la malattia spesso, molto spesso, sono la risultante di un conflitto o di un’interferenza oltre le leggi di natura.
Al genere umano tocca il difficile compito di rendersene conto e di adoperarsi per fare in modo che le sue scelte, i suoi comportamenti e il suo essere energetico attraverso pensieri, emozioni e stati d’animo siano il più possibile coerenti, nel rispetto delle leggi e delle prerogative che lo riguardano.
Non ci vuole molto a rendersi conto che avremmo tutto l’interesse a conoscere queste leggi e che dovremmo avere riguardo di come mangiamo, di come pensiamo e dell’ambiente che ci circonda per appartenenza perché i suoi equilibri contribuiscono ai nostri stessi equilibri.
La presa di coscienza di questa indiscutibile e incontestabile verità, la responsabilità che ne consegue, sono la partita vera della “civiltà”.
L’educazione autentica dovrebbe permettere di sviluppare le potenzialità innate di ogni individuo, promuovendo il benessere, la consapevolezza e la comprensione delle leggi universali, diventando così il fondamento per una vera evoluzione verso una vita armoniosa e responsabile
Qui entra in gioco l’Educazione.
Non quella che siamo soliti intendere che passa dalla famiglia, dalla scuola e dalla cultura della società che ha l’unico scopo di farci adattare alle sue regole e hai suoi deliri, che hanno poco a che vedere con le leggi della realtà.
Quella la chiamo “educazione di sistema”, anche se sarebbe più corretto chiamarla condizionamento, indottrinamento, plagio della verità. Insomma, un’educazione funzionale al sistema, che non è molto dissimile da qualsiasi forma di ammaestramento. È interessante invece il significato originario, etimologico, della parola educazione: dal verbo educĕre (“tirar fuori” o meglio “tirar fuori ciò che sta dentro”) perché, in un colpo solo, ci riporta al tema di fondo di cui stiamo parlando.
L’educazione dovrebbe contribuire a far recuperare e conservare le naturali potenzialità di ognuno, le proprie capacità di guarigione, di conservazione dello stato vitale e del proprio aspetto estetico. Dovrebbe animare la volontà di cambiamento per riprendere il proprio cammino evolutivo per portare a maturazione la propria coscienza e, con essa, la visione della vita stessa.
L’educazione dovrebbe mostrare e raccontare la vita, essere l’asse portante dell’aiuto e dovrebbe favorire la crescita, l’affermazione di sé, della propria autenticità.
Dovrebbe contribuire alla conoscenza delle leggi, alla libertà, alla responsabilità.
Dovrebbe essere fondamento della cultura del vivere, diventando la “medicina” della risoluzione. Dovrebbe essere principio della terapia, della cura, dell’aiuto, ma potrei aggiungere della famiglia, della scuola, della cultura, della società nel suo insieme.
Allora avremmo fatto il passo evolutivo necessario verso la luce.
Corrado Ceschinelli
Psico-Sociologo, Life Coach, Formatore. Autore del libro “Codice Vitariano”