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Educare al cambiamento

09 luglio 2023

 

La buona educazione si continua ad intenderla secondo i dettami dell’ordine costituito e si misura soprattutto nella dell’individuo di rimanere nelle regole e nelle convenzioni.

Il prezzo e il valore della vita, nella loro essenza e nei loro diritti fondamentali, molto spesso – per non dire quasi mai – non godono di grande considerazione.

Del resto, in assenza di una visione spirituale diventa difficile dare un senso all’esistenza.
Pensare l’essere umano come un organismo biologico ed energetico, considerare il nostro legame con il Creato riconoscendo l’importanza della coscienza e di un’anima che sa come e dove condurci.
Se così fosse non saremmo nello stato in cui siamo e saremo già con il vento a favore dell’Universo che è amorevole e conservativo, invece che essere l’organismo più debilitato sulla faccia della terra tormentati da malattie, pandemie, omicidi e guerre, ingiustizie e disparità.

La crisi di quest’epoca ci parla soprattutto di questo errore di fondo, ed è altrettanto ingenuo aspettarsi dallo stesso sistema che l’ha generata la capacità trasformativa necessaria. Questa consapevolezza dovrà venire.

Non dimentichiamo che due bisogni sono fondamentali per l’esistenza: evolvere e contribuire al bene.

Questa visione e questa paradossale pratica del vivere permea ogni ambito educativo, favorendo il mantenimento e la trasmissione di questa generale distorsione che fa sembrare normale ciò che normale assolutamente non è. In questo modo siamo contaminati e contaminiamo, sia in famiglia che nella scuola, che in ogni ambito relazionale e sociale.

Ognuno vive dell’illusione delle proprie convinzioni e delle proprie ragioni come se fossero la verità assoluta, senza rendersi conto che sono solo la risultante dell’educazione ricevuta e dell’esperienza fatta.
Un’educazione e un’esperienza che non contemplando la realtà innesca paure e timori immaginari, costringe all’apparire piuttosto che all’essere, privilegia la ragione all’intuito e il pensare a “sé” piuttosto che al “noi”, tutte condizioni funzionali alle logiche e agli interessi di questo sistema malato.

La buona educazione, spesso incentrata sull’adattamento alle regole e alle convenzioni, trascura il valore fondamentale della vita e dei diritti umani, richiedendo una trasformazione educativa basata su principi universali per costruire una comunità di libertà, rispetto e perdono

La questione non si riduce ovviamente nel demonizzare la famiglia piuttosto che la scuola o la società nel suo insieme.
Si tratta piuttosto di riconoscere questo equivoco e di cominciare a praticare una nuova educazione forte del principio universale che è in ognuno di noi.
Questo ci renderà migliori come genitori, compagni, insegnanti, medici, psicologi, religiosi o semplicemente come uomini e donne cittadini del mondo.

Liberare il proprio inconscio dalla paura e dalla rabbia, liberare il proprio intuito dalla dominanza del proprio ego, aprire il proprio cuore e la propria mente è, non solo un’esperienza straordinaria, ma anche l’unica strada per ritrovare la propria integrità, salvaguardare la propria salute e il proprio benessere, oltre che renderci disponibili a costruire la comunità di domani.

“Educare al cambiamento” è quindi, prima di tutto, un’azione di responsabilità e di amore per “bonificare” il mondo verso la libertà, il rispetto e il perdono.

È un’azione consapevole di rottura contro l’attuale modello di pensiero e di percezione della realtà che vuole l’addomesticamento delle nostre coscienze e la nostra ignoranza sui processi e sui fenomeni.
È un’azione che potrà accadere solo se ognuno si farà interprete e testimone di questa trasformazione.

Corrado Ceschinelli

Psico-Sociologo, Life Coach, Formatore. Autore del libro “Codice Vitariano”

Edurace al cambiamento
Edurace al cambiamento
09 luglio 2023

La buona educazione si continua ad intenderla secondo i dettami dell’ordine costituito e si misura soprattutto nella dell’individuo di rimanere nelle regole e nelle convenzioni.

Il prezzo e il valore della vita, nella loro essenza e nei loro diritti fondamentali, molto spesso – per non dire quasi mai – non godono di grande considerazione.

Del resto, in assenza di una visione spirituale diventa difficile dare un senso all’esistenza.
Pensare l’essere umano come un organismo biologico ed energetico, considerare il nostro legame con il Creato riconoscendo l’importanza della coscienza e di un’anima che sa come e dove condurci.
Se così fosse non saremmo nello stato in cui siamo e saremo già con il vento a favore dell’Universo che è amorevole e conservativo, invece che essere l’organismo più debilitato sulla faccia della terra tormentati da malattie, pandemie, omicidi e guerre, ingiustizie e disparità.

La crisi di quest’epoca ci parla soprattutto di questo errore di fondo, ed è altrettanto ingenuo aspettarsi dallo stesso sistema che l’ha generata la capacità trasformativa necessaria. Questa consapevolezza dovrà venire.

Non dimentichiamo che due bisogni sono fondamentali per l’esistenza: evolvere e contribuire al bene.

Questa visione e questa paradossale pratica del vivere permea ogni ambito educativo, favorendo il mantenimento e la trasmissione di questa generale distorsione che fa sembrare normale ciò che normale assolutamente non è. In questo modo siamo contaminati e contaminiamo, sia in famiglia che nella scuola, che in ogni ambito relazionale e sociale.

Ognuno vive dell’illusione delle proprie convinzioni e delle proprie ragioni come se fossero la verità assoluta, senza rendersi conto che sono solo la risultante dell’educazione ricevuta e dell’esperienza fatta.
Un’educazione e un’esperienza che non contemplando la realtà innesca paure e timori immaginari, costringe all’apparire piuttosto che all’essere, privilegia la ragione all’intuito e il pensare a “sé” piuttosto che al “noi”, tutte condizioni funzionali alle logiche e agli interessi di questo sistema malato. 

La buona educazione, spesso incentrata sull’adattamento alle regole e alle convenzioni, trascura il valore fondamentale della vita e dei diritti umani, richiedendo una trasformazione educativa basata su principi universali per costruire una comunità di libertà, rispetto e perdono

La questione non si riduce ovviamente nel demonizzare la famiglia piuttosto che la scuola o la società nel suo insieme.
Si tratta piuttosto di riconoscere questo equivoco e di cominciare a praticare una nuova educazione forte del principio universale che è in ognuno di noi.
Questo ci renderà migliori come genitori, compagni, insegnanti, medici, psicologi, religiosi o semplicemente come uomini e donne cittadini del mondo.

Liberare il proprio inconscio dalla paura e dalla rabbia, liberare il proprio intuito dalla dominanza del proprio ego, aprire il proprio cuore e la propria mente è, non solo un’esperienza straordinaria, ma anche l’unica strada per ritrovare la propria integrità, salvaguardare la propria salute e il proprio benessere, oltre che renderci disponibili a costruire la comunità di domani.

“Educare al cambiamento” è quindi, prima di tutto, un’azione di responsabilità e di amore per “bonificare” il mondo verso la libertà, il rispetto e il perdono.

È un’azione consapevole di rottura contro l’attuale modello di pensiero e di percezione della realtà che vuole l’addomesticamento delle nostre coscienze e la nostra ignoranza sui processi e sui fenomeni.
È un’azione che potrà accadere solo se ognuno si farà interprete e testimone di questa trasformazione.

Corrado Ceschinelli

Psico-Sociologo, Life Coach, Formatore. Autore del libro “Codice Vitariano”

Corrado Ceschinelli